“Come suona un’opera d’arte?” di Carlo Magrì
“Renko in bilico”, PoliArt Contemporary, Milano – Galerie Leonhard, Graz – Maab Gallery, Padova
Febbraio 2013
Possono un dipinto, una scultura, un’installazione o un’architettura avere un contrappunto musicale in grado di amplificarne ed arricchirne il senso? Non parliamo di una “traduzione” basata su un codice di trasposizione pre-confezionato, dove a un colore corrisponde una nota e a un segno si attribuisce un ritmo ma, piuttosto, di una possibilità creativa che re-inventi l’opera visiva trasportandola nel territorio mutevole ed ineffabile proprio del linguaggio musicale, dove tutto è divenire e trasformazione.
È questo il quesito cui la compositrice Paola Samoggia costantemente tenta di rispondere attraverso un genere da lei stessa ideato – il Fotogramma Musicale – che indaga le possibilità di dialogo e scambio tra arti visive ed espressione sonora, ricercato attraverso tutti i mezzi possibili (dalla strumentazione acustica di tipo classico alle possibilità infinite offerte dalla musica elettronica, sino alla creazione di veri e propri strumenti musicali originali ottenuti dai più disparati oggetti).
Squared, il fotogramma musicale che Paola Samoggia ha dedicato a Sandi Renko, rappresenta per più di una ragione un evento eccezionale. Innanzi tutto inaugura la decima stagione dei Fotogrammi Musicali: dieci anni di sperimentazione e ricerca che hanno prodotto oltre cinquanta composizioni per altrettanti artisti. In secondo luogo per la grande affinità tra la poetica musicale della compositrice e quella dell’artista-designer: uno spirito minimalista che si manifesta, sia nell’economia dei mezzi impiegati per realizzare le proprie opere, sia nel principio della ripetizione che le struttura.
Tremoli, vibrati e trilli costituiscono il tappeto musicale che fa da base allo sviluppo di Squared: si tratta di tre tecniche musicali ben precise con le quali, rispettivamente, si varia rapidamente l’intensità, l’intonazione e l’altezza di un suono, con l’effetto di renderlo instabile e mutevole all’ascolto. Su questo sottofondo incerto si sviluppa l’intera composizione, basata su un ossessivo tempo scandito in quattro quarti, un ritmo elementare che fa da griglia modulare sonora, perfetto contraltare al cubo di Sandi Renko.
Tutta la composizione è pensata per orchestra e agli strumenti acustici sono affidati sia gli effetti di instabilità uditiva sia le parti ritmiche; tuttavia, a complicare ed articolare il tutto, contribuiscono elementi sonori smaccatamente sintetici ottenuti tramite computer, che percorrono in modo trasversale e assolutamente soggettivo tutto il pezzo, sovvertendo in qualche modo la griglia strettamente matematica appena costruita. Si rivela così una doppia natura già in potenza presente nel titolo stesso: Squared è il termine algebrico con il quale un numero viene moltiplicato per se stesso ma, fuori dal contesto strettamente matematico, il verbo assume il significato di “bilanciare” o “armonizzare”. È, in ultima istanza, questa la chiave con cui interpretare la composizione di Paola Samoggia: un costante movimento che, per tutto il tempo, tenta differenti combinazioni di equilibrio tra matematica e libero arbitrio, tra certezza uditiva ed instabilità sonora, tra ritmo ripetuto ed eccezione che produce una rottura nel continuum temporale.